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BREVE STORIA DELLE TRAVERSATE A NUOTO

NEI MARI MESSINESI

di Nino Fazio

 

Fonti e ringraziamenti:

Oltre alle mie personali ricerche, la ricostruzione di questa Storia è stata resa possibile dall'importante lavoro di Pasquale Nucara, cronometrista reggino che ha dedicato anni di lavoro alla redazione di "Mille e più traversate a nuoto dello Stretto di Messina (1930-2007)" (Laruffa editore, 2008), e dai contributi di Francesco Di Fede, nuotatore e grande appassionato della storia del nuoto nello Stretto. A Nucara e a Di Fede va il mio sentito ringraziamento per il loro generoso contributo. Ringrazio anche la Federazione Cronometristi di Messina per avermi messo a disposizione tutti i dati presenti nel proprio archivio. A Nino Musciumarra , un ringraziamento speciale per avermi fornito mille ricordi, mille immagini e mille articoli di giornale - e per avermi "buttato in mare" tanti anni fa. Alla sua memoria è dedicata questa Storia.

Premessa

La Storia delle Traversate che mi accingo a narrare si svolge entro gli stessi limiti utilizzati per il criterio di omologazione che governa la compilazione dell' albo d'oro . Tutte le imprese non cronometrate o svolte con criteri diversi da quelli ammessi dalla Federazione Italiana Nuoto non saranno prese in considerazione. Questo escluderà quindi dal nostro racconto molte traversate, o perchè non convalidate da un referto cronometrico ufficiale, o perchè svolte con attrezzature non consentite dalla FIN nel periodo in cui sono state effettuate (costume non omologato, muta, pinne) o ancora perchè svolte con modalità non permesse dai regolamenti sul nuoto in acque libere (contatti con le imbarcazioni, interruzioni con sosta in barca, ecc.). Questo solo al fine di individuare un criterio che accomuni - e quindi renda confrontabili - imprese svolte in un arco di tempo molto ampio, senza nessuna pretesa di stabilire una gerarchia di valori tra ciò che è ufficiale e ciò che non lo è. In particolare, il Nuoto Pinnato è una splendida e nobile disciplina che nello Stretto ha scritto pagine importantissime. E' però uno sport diverso dal Nuoto Libero, che è l'unico del quale intendiamo occuparci qui.

I link alle pagine dedicate ad eventi e personaggi sono un elemento importante di questa breve storia, che non ha pretese di completezza ma vuole piuttosto essere un rapido e scorrevole punto di partenza per eventuali approfondimenti.

I primi anni (1930-1949)

La storia "ufficiale" delle traversate ha come origine comunemente accettata la data del 26 settembre 1930, quando il diciassettenne messinese (nato però a Bagnara Calabra) Giuseppe Dominici completò la traversata solitaria in 52'37", accompagnato dal cronometrista, dall'istruttore Lillo Bensaja e dal responsabile della Canottieri Thalatta Umberto Mafera, che intervenne anche come rappresentante della Federazione Italiana Nuoto che proprio in quell'anno nasceva dalle ceneri della Federazione Italiana Rari Nantes. Al momento dell'impresa di Dominici, si parlava ancora di un'altra traversata precedentemente effettuata da un inglese (Winchler, ma più verosimilmente Winkler) in circa 55' ma non assistita da ufficiali di gara.

Le notizie sulla prima doppia traversata, completata dal villese Pietro Coppola nel 1933 in circa 3 ore, non sono purtroppo altrettanto precise, anche se di essa vi è traccia nell'archivio della Federazione Cronometristi di Messina.

I nomi di Albonico, Perè e Sorbara sono citati più volte per alcune traversate effettuate prima del 1940, anno in cui probabilmente compie la sua prima traversata il nuotatore reggino Domenico Adamo. Di questi eventi, purtroppo, non si ha alcuna testimonianza ufficiale.

E' lo stesso Domenico Adamo, in ogni caso, ad aggiudicarsi in tre ore e venti minuti la prima delle gare di nuoto che si disputano nello Stretto di Messina, il 10 Settembre del 1949. La manifestazione, organizzata dall'ENAL di Messina e Reggio con il patrocinio della Voce di Calabria, della FIN e della Polisportiva Garibaldi, parte dal quartiere Ringo di Messina e approda a Reggio Calabria Lido. Una bella distanza, considerati i tempi e il fatto che gli atleti non usavano gli occhialini. Alcuni di loro nuotavano perfino a rana: tra questi, Nino Musciumarra , il messinese che sarà conosciuto come "lo Squalo dello Stretto" e che si classifica secondo a pochi minuti da Adamo, ma "fuori gara" per non aver rispettato nessuno dei criteri previsti per l'ammissione (visita medica, prova preliminare sui 6 km e tesseramento FIN). Nè il divieto degli organizzatori, nè le barche messe di traverso, nè i colpi di remo, fermano la nuotata di un "individuo bislacco e ribelle" - così lo definì la stampa dell'epoca - che troveremo come protagonista della nostra storia per altri 40 anni.

Gli anni '50

Il più grande contributo al nuoto nello Stretto tra gli anni '50 e i primi anni '60 proviene da Villa San Giovanni, e in particolare dal locale Sporting Club presieduto dal comm. Rosario Calì.

Con la collaborazione del responsabile regionale FIN dott. Mario Santoro, Calì si fa promotore di una gara di livello nazionale che, al pari della Capri-Napoli e di poche altre manifestazioni, porti ogni anno in riva allo Stretto i più forti protagonisti del nuoto di fondo italiano. Il percorso prevede la partenza da Ganzirri sulla costa siciliana e l'arrivo nei pressi della chiesa di Cannitello in Calabria. L'edizione d'esordio , il 5 settembre del 1954, vede la vittoria del campione toscano Giacomo Loffredo, che si ripeterà anche l'anno seguente.

La gara diventa in breve tempo un vero evento sportivo e di costume. Il percorso adotterà per anni lo stesso luogo di partenza (Capo Peloro) e quello d'arrivo (il Lido Cenide di Villa S. Giovanni), e vedrà avvicendarsi nel proprio Albo d'Oro i nomi più importanti del nuoto di fondo nazionale. Dopo Loffredo, la vittoria arriderà al ligure Francesco Giovacchini (primo nella tormentata edizione del 1956), al tarantino Salvatore Verdini (primo nel '57 ma protagonista anche di altre edizioni), al torinese Giovanni Paliaga (primo nel '58 e '59), tutti grandi protagonisti del nuoto italiano di quegli anni.

Ma tra i nuotatori che si daranno battaglia tra le due sponde troviamo anche altri grandi nomi, come i romani Ruggero e Paolo Ciacci, la torinese Margherita Sabatini, prima donna ad attraversare lo Stretto nel 1958 (e terza assoluta al traguardo nel '59!), e ancora Fioravanti Resasco e Domenico Cuciniello, i villesi Michele Caracciolo e Domenico Panuccio, per finire con l'immancabile Squalo dello Stretto Nino Musciumarra.

Le ultime due edizioni del decennio vedono sorgere la stella di Santo Abruzzini, il giovane atleta villese tesserato per lo Sporting Club Taormina che sfiora la vittoria piazzandosi subito dietro Paliaga sia nel '58 che nel '59.

L'interesse per le traversate solitarie è totalmente offuscato, in questo decennio, dall'entusiasmo che circonda la Traversata in gara... ma risorgerà prepotentemente negli anni '60, come vedremo presto.

Gli anni '60

Tra il 1960 e il 1963 ad animare la passione sportiva nello Stretto è ancora la Traversata in gara organizzata dallo Sporting Club Villa, prima affiancato e poi sostituito dalla Pro Loco. Le prime 4 edizioni del decennio sono tra le più belle e continuano a proporre alla partenza i nomi più importanti del nuoto di fondo italiano.

Nel 1960 vince un po' a sorpresa Roberto Passariello , che in quell'anno era tra i "Probabili Olimpionici" della Nazionale Italiana, precedendo i nomi già familiari del favorito Paolo Ciacci, di Giovacchini, Abruzzini, Verdini, Polidori, Musciumarra. L'edizione del 1961, vinta da Giancarlo Spigno, vede ancora sul podio Santo Abruzzini e Paolo Ciacci.

Le Traversate del '62 e del '63 si svolgono nel segno del giovane talento di Giulio Travaglio, il campione napoletano che è stato uno dei più forti fondisti di ogni tempo oltre che l'ultimo italiano a vincere la Capri-Napoli. Stravince nel 1962, ma l'anno seguente viene sorpreso dal giovane pallanuotista Mattia Aversa , che approfittando della "legge dello Stretto" indovina la corrente più propizia, lasciandosi alle spalle il favorito Travaglio e i due forti portacolori dell'A.S. Roma Gianni Zaottini e Gianfranco Conversi.

Ma l'edizione del '63, alla quale segue una lunga interruzione, è stata preceduta da un altro importante evento che segna il ritorno alla ribalta delle traversate individuali: in aprile una venticinquenne americana, Mary Margaret Revell , si presenta in riva allo Stretto con una valigia e un progetto. Compiere una doppia traversata in solitaria, per di più su un percorso abbastanza lungo che parte dalla spiaggia di Mortelle, tocca la sponda calabra e torna a toccare la terra di Sicilia nel punto che le correnti consentiranno. In aprile l'acqua dello Stretto è veramente fredda. Mary Margaret si allena a lungo anche sul posto, e finalmente lancia la sua sfida e la vince, accompagnata da un variopinto seguito in cui trovano posto uomini-rana dei Marines, cronometristi, giornalisti e l'immancabile Musciumarra. La sua incredibile storia narrata nella pagina a lei dedicata riaccende l'entusiasmo attorno alle nuotate solitarie, stimolando molti nuotatori locali a riscoprire questa dimensione a metà tra sport e avventura.

Il primo a cogliere al balzo la palla lanciata dalla Revell è proprio Nino Musciumarra , che tra il '63 e il '64 scrive due pagine storiche con le doppie traversate Mortelle-Cannitello-Batteria Masotto . L'arrivo sul molo della "Passeggiata a Mare" è una trovata spettacolare, che esalta lo sforzo dell'atleta e porta il nuoto di fondo nel cuore della città. In quel cuore entra, da quel momento, anche Musciumarra, che diventa per tutti i messinesi "lo Squalo".

Lo Stretto "tace" fino al 1967. Il 14 agosto di quell'anno è Santo Abruzzini a cimentarsi sulla doppia traversata. Il campione villese raggiunge Cannitello nel tempo di 52'00" che supera di poco quello di Passariello (ottenuto però in gara), fissando il nuovo limite sulla traversata in solitaria. Abruzzini riparte dopo una breve pausa e ferma il cronometro in Sicilia sulle 2h.18', nuovo record anche sulla doppia.

Appena dieci giorni dopo, Salvatore Bisbiglia arriva da Gaeta per tentare la stessa impresa. Non riesce a battere il tempo di Abruzzini, ma il suo passaggio a Cannitello è più veloce e il tempo di 46'30" rappresenta il nuovo record sulla singola traversata.

Il giorno seguente è un altro atleta villese, Ettore Mercuri, a compiere la prima doppia traversata a dorso - con tempi di notevole levatura: 52' all'andata e 1h.57' in totale... superando a sorpresa anche il tempo realizzato da Abruzzini a stile libero! E' solo la prima delle tante sorprese che la storia dello Stretto riserverà, togliendo ad alcuni e donando ad altri. Una "legge" che chiunque attraversi questo tratto di mare deve tenere ben presente.

Il 1968 segna un nuovo record sulla singola traversata a stile libero grazie al messinese Gianfranco Balsamo, accompagnato da Musciumarra nel suo tentativo che si chiude in 46'10".

Il decennio si chiude con l'XI edizione della Traversata dello Stretto nel 1969, vinta dal catanese Carmelo Sciuto davanti al compagno di squadra Alibertini e al messinese Fiannacca.

Gli anni '70

In questo periodo il baricentro della passione per lo Stretto si sposta decisamente verso le imprese individuali. Sono soprattutto gli anni delle leggendarie sfide a suon di record tra i Golini, Pinto, Fiannacca.

Il decennio si apre però con un'impresa diversa, la prima traversata effettuata da un atleta disabile, Armando Maggi di Salò, privo di una gamba. La notizia trova notevole risalto sulla stampa locale ed emoziona tutti. Maggi ripeterà l'impresa nel '72 con un tempo inferiore ai 50'.

Nel 1973 sono due ragazze a sfidarsi a pochi giorni di distanza. La tedesca Ute De Vargas e la messinese Graziella De Gregorio affrontano entrambe la traversata a rana, ed è la siciliana a prevalere segnando un record che durerà oltre trent'anni, di poco superiore all'ora.

Nello stesso anno si disputa anche l'ultima edizione della Traversata in gara riservata al nuoto puro, prima della lunga parentesi dedicata al pinnato. La vittoria arride al messinese Giovanni Fiannacca, che vincendo in 44'10" diventa il nuotatore più veloce di sempre tra le due sponde.

Lo stesso atleta ci prende gusto, e nella stessa estate prova per due volte a migliorare ancora il tempo, questa volta su un percorso libero e accompagnato dal padre (a cui dedicherà il nome della sua barca Don Ninai, che accompagna ancora molti nuotatori nello Stretto). Il primo tentativo non riesce, ma alla seconda prova ad una settimana di distanza Fiannacca segna il primo tempo al di sotto dei 40 minuti, con 37'36".

Il 1974 si fa ricordare sopratutto per la doppia traversata a rana - finora l'unica mai effettuata - di Graziella De Gregorio, per il record a dorso del ragusano Giovanni Arrabito e per diversi tentativi di record da parte di Fiannacca e di Franco Di Fede (una delle preziose memorie storiche dello Stretto) le cui ottime traversate però non sfondano il muro dei quaranta minuti.

Anni di fuoco, il '75 e il '76...

Nel 1975 Arrabito conquista anche il record a dorso sulla "doppia", migliorando ancora il record sulla singola al suo passaggio a Cannitello.

Il quindicenne messinese Tanino D'Uva, accompagnato da Fiannacca e Musciumarra, e Giuseppe Asmundo tentano l'attacco al record di Fiannacca, ma senza successo.

Ben altra fortuna arride al barese Paolo Pinto , che dopo un tentativo andato a vuoto, il 20 settembre del 1975 ferma i cronometri sul nuovo primato, 36'42". Lo accompagnano Nino Musciumarra e il barcaiolo Francesco Longo , meglio conosciuto come "Don Ciccio Pisci Bonu".

Fiannacca mal digerisce, rientra in acqua undici giorni dopo e il suo 30'50" mette una pietra tombale sul discorso record per tanti e tanti anni... e  ancora fino ad oggi.

Ma la lotta per il record inizia ad appassionare il pubblico e a richiamare nuotatori da tutta l'Italia. Nel 1976 è il turno del romano Gianni Golini , che tra il 20 e il 23 luglio conquista il record sulla doppia (1h.43'05") e tenta l'attacco al miglior tempo della singola, restandone però lontano. Anche con Golini è in barca Musciumarra con Don Ciccio Longo.

Avutane notizia, Paolo Pinto torna in riva allo Stretto in settembre e, sempre guidato Da Musciumarra e Longo strappa il record sulla doppia al romano, portando il limite a 1h.41'54". Tre giorni dopo, Pinto si cimenterà sullo stesso percorso delle doppie traversate di Musciumarra del '63-'64.

Fiannacca assiste al duello tra Pinto e Golini, su un campo di battaglia che però considera "casa sua". Decide che è tempo di mettere in chiaro le cose e il primo ottobre fa meglio sia dell'uno che dell'altro, conquistando il record sulla doppia traversata col tempo di 1h.37'16" che resisterà per oltre vent'anni.

Quest'anno eccezionale si chiude con la doppia traversata a delfino di Gianni Golini.

Acque più calme nel '77. Registriamo la traversata del giapponese Sho Ichi Nakajima, che nuota seguendo una sorta di striscione trascinato sott'acqua dalla braca, recante qualche scritta che capisce solo lui, la doppia di Germano Candiotti e varie altre nuotate in solitaria. Ma l'evento più memorabile è la traversata di una bimba catanese di otto anni appena, Agatella Malvagna, che conquista il record femminile con 41'47" scatenando l'interesse dei media. Agatella è accompagnata dai genitori, dal suo allenatore Toruccio Gangemi e dall'onnipresente Musciumarra.

Prova anche la doppia nel 1978 e conclude con un nuovo record, anche se la traversata dura comunque più del previsto e resta ancora oggi impressa nel suo ricordo come una giornata durissima.

Nello stesso anno l'albo d'oro registra due imprese di Golini, che completa la quadrupla traversata in quattro stili e la Mortelle-Cannitello-Batteria Masotto a delfino in un tempo di oltre otto ore, accompagnato da Musciumarra che aveva percorso per primo questa rotta e vi aveva poi guidato Pinto.

Gli anni '70 segnano anche l'inizio di una nuova, avventurosa stagione, quella delle Traversate Eoliane. Nel 1978 Gianni Golini nuota dall'isola di Vulcano fino a Milazzo, sulla costa settentrionale della Sicilia, percorrendo i 23 chilometri di mare in circa 6 ore e mezza, e l'anno seguente è il cinquantottenne Musciumarra a cimentarsi sullo stesso percorso , ma con le pinne. Sono imprese che aprono la strada al sogno di altri giovani atleti, tra i quali quello che - non più giovane - scrive ora queste righe.

Gli anni '80

L'incessante attività di Musciumarra, alla perenne ricerca di nuove acque in cui nuotare, porta alla creazione di un legame tra lo Stretto il mondo dei laghi del nord-Italia, dove un agguerrito gruppo di atleti tra Comasco e Valtellina incomincia a coltivare il progetto di attraversare lo Stretto. Mentre lo Squalo dello Stretto attraversa due volte il Lago d'Iseo, Leardo Callone, Monia Scalzo, Giorgio Lanfranconi e Cesare De Rosa sfidano più volte le acque tra Scilla e Cariddi nei primi anni '80.

Di questa pattuglia, Leardo Callone è il nome più noto. Tra i pochi italiani ad aver completato la traversata della Manica, attraversa lo Stretto varie volte: nella singola, tuttavia, non riesce a scendere sotto i 42', mentre nella doppia ferma i cronometri sull'ora e 43', a diversi minuti dal record di Fiannacca.

Ha più fortuna Monia Scalzo : l'undicenne nuotatrice di Morbegno nel 1982 centra l'obbiettivo del record femminile, con un 38'06" che resisterà per 27 anni. Si ripete l'anno seguente sulla doppia traversata, con 1h.39'21", sempre accompagnata da Nino Musciumarra.

La traversata più veloce del gruppo dei "nordici" è di Giorgio Lanfranconi , che con 38'52" segna il quarto tempo dopo i due crono di Fiannacca e quello di Pinto. Fino ad allora, solo in quattro sono scesi sotto i 40'.

Cesare De Rosa attraversa due volte lo Stretto con tempi abbastanza buoni, guidato da Musciumarra, che lo convince anche a provare la "sua" Vulcano-Milazzo. La prova sulla lunga traversata eoliana però non riesce e il giovane atleta valtellinese si ritira. Stessa sorte tocca al primatista dello Stretto Giovanni Fiannacca, che tenta l'impresa nella direzione opposta, senza però riuscire a raggiungere l'isola di Vulcano, spinto indietro dalle correnti provenienti dall'arcipelago.

In questi anni torna a far parlare di sè Armando Maggi, che nel settembre del 1980 realizza il record per atleti disabili con un 40'51" ancora oggi imbattuto, e nel 1982 affronta con successo la doppia traversata, unico atleta privo di una gamba ad essere riuscito nell'impresa.

Tra il 1982 e il 1983 annotiamo le eccezionali imprese di due dei protagonisti più importanti di questa breve storia: Gianni Golini completa le sei traversate in quattro stili (delfino/dorso/rana/stile/stile/stile) con un tempo superiore alle dieci ore. Il vecchio squalo Nino Musciumarra progetta la folle Messina-Reggio Calabria-Taormina , che chiude in 17 ore all'età di sessantadue anni, giungendo in piena notte sulla spiaggia di Letojanni, vista l'impossibilità di raggiungere la Perla dello Jonio a causa della corrente contraria.

Dal 1985 in poi il mio contributo di memoria è più diretto. Avevo iniziato a nuotare l'anno precedente e da allora ho vissuto da vicino, se non dall'interno, molte delle vicende dello Stretto. Nel mese di luglio di quell'anno, uno dei giovani pupilli messinesi di Musciumarra, Francesco Cacopardo , affronta con successo la doppia traversata, proponendosi anche negli anni seguenti come uno dei protagonisti che la nostra terra ha regalato al nuoto di fondo italiano. Pochi giorni dopo, ancora Musciumarra accompagna l'ex nazionale Pippo Nicosia nel suo attacco al record . Il campione milazzese, da poco tornato agli allenamenti, fa segnare un 35'25" che resterà per un quarto di secolo il secondo miglior tempo dopo quello di Fiannacca.

Nello stesso anno l'americana Lynne Cox, primatista della traversata della Manica, non ha migliore fortuna e col suo 40'38" si ferma a due minuti e mezzo dal record di Monia Scalzo. Le traversate di Nicosia e Cox evidenziano ancora una volta la "legge dello Stretto": essere i più forti non basta, in queste acque!

In una traversata effettuata insieme da tre ragazzi di Castelfranco Veneto, Bambace, Zanon e Zanella, si segnano ottimi tempi, tutti intorno ai 37'.

Il 1986 è l'anno in cui vede la luce un'importante competizione internazionale, che tanti anni dopo la Traversata (passata stabilmente al pinnato), ripropone una gara di nuoto puro attraverso lo Stretto di Messina. La prima edizione della Scilla e Cariddi, organizzata da Claudio De Lorenzo e dal CUS Messina, ha un percorso spettacolare lungo 16 km: si parte dalla spiaggia di Scilla in Calabria, si punta su una boa posta nei pressi di Paradiso, sulla sponda sicula, e si prosegue lungocosta fino al molo antistante il piazzale della Batteria Masotto, già traguardo delle traversate di Musciumarra e Pinto. La gara, resa difficile dalle correnti e dal freddo, è vinta dal carabiniere Mauro Millauro davanti a Georg Tolman e a Christof Wandratsch, grande campione tedesco. E' la mia prima traversata dello Stretto, con Nino Musciumarra al mio fianco.

Nel settembre dello stesso anno, Pippo Nicosia sferra un attacco vincente al record di Golini sulla Vulcano-Milazzo . Nicosia, che a Milazzo vive ed è nato, attraversa i 23 km di Tirreno in appena cinque ore e ventisette minuti, scortato e incoraggiato dall'immancabile Musciumarra.

E' ancora Nicosia, che incomincia a prender gusto alle competizioni in acqua salata, a vincere l'edizione 1987 della Scilla e Cariddi che si svolge a Mortelle su un percorso alternativo, a causa del forte scirocco che impera sullo Stretto.

Nello stesso anno vanno ricordate le traversate di Roberto Valori, atleta con grave disabilità che completa il percorso in meno di un'ora, e l'attacco al record portato dal giovane pallanuotista messinese Sergio Rizzo, che però non va al di sotto dei 40'.

Tra le Isole Eolie e la Sicilia si apre una nuova rotta, alternativa alla Vulcano-Milazzo. Sono io stesso a provarci, nuotando i 21 km da Vulcano a Capo Calavà in sei ore e ventisette minuti, accompagnato da Nino Musciumarra e guidato da Benito Vittorio Cannuci . La stessa impresa viene tentata con successo da un nuovo nome delle grandi traversate solitarie, la messinese Cristina Scotto che completa il percorso in otto ore nel 1989, anche lei guidata da Cannuci.

Nel 1988 la terza edizione della Scilla e Cariddi cambia ancora percorso, proponendo una doppia traversata con partenza da Capo Peloro, virata a Cannitello e arrivo a Paradiso. Vince il gigante buono Sergio Chiarandini, uno dei più forti fondisti italiani di sempre, seguito dal leggendario Cosmo Milano e dal carabiniere napoletano Peppe Palumbo. Infortunato ad una spalla, seguo la traversata in barca a fianco di Nino Musciumarra, che con questa impresa chiude una storia d'amore con lo Stretto nata quarant'anni prima.

Sempre nel 1988, Patrick Scanlon, americano del New Mexico, centra il quinto tempo assoluto nella singola traversata, dopo Fiannacca, Nicosia, Pinto e ancora Fiannacca.

La traversata mia a rana dalla Calabria alla Sicilia e di Nino Micali a delfino rappresentano gli unici altri tentativi individuali in questi anni.

La Scilla e Cariddi resta l'unico evento degno di nota nel 1989, anno in cui la gara vale come Campionato Italiano Assoluto . Il percorso è ancora una volta diverso: stavolta i km sono 20, con partenza dal Lido Spiaggia D'Oro, virata a Cannitello e arrivo al pontile della Canottieri Thalatta a Messina. Assente Chiarandini, vince Rosario Castellano, precedendo la prima delle donne, Jolanda Palmentieri e Roberto Merlini. Messina ha l'onore di presentare due atleti al via, Francesco Cacopardo e il sottoscritto , ed entrambi terminiamo la prova con successo, piazzandoci settimo e ottavo nella classifica assoluta.

Gli anni '90

Tra il 1991 e il 1994 Cristina Scotto continua ad esplorare le rotte eoliane con lunghe e felici traversate individuali: la Vulcano-Capo D'Orlando (31 km in 11 ore e mezza, 1991), la Salina-Capo D'Orlando (42 km in 14 ore, 1992) e infine la Lipari-Milazzo (31 km in 13 ore, 1994). Con queste eccezionali imprese Cristina si assicura un posto nella storia del nuoto di gran fondo.

Tra il '91 e il 2000, inoltre, è tra gli animatori del Trofeo Albatros , una traversata in gara riservata agli atleti disabili, nelle cui classifiche emerge il nome di Rosario Savegnani, vincitore di ben sette delle nove edizioni disputate.

Il decennio si è aperto con la quinta e ultima edizione della Scilla e Cariddi nel 1990, organizzata da un CUS Messina che va via via perdendo interesse nella disciplina del nuoto di fondo. La gara si è disputata sul quinto percorso diverso in cinque anni, con doppia traversata Capo Peloro-Cannitello-Canottieri Thalatta (Messina) per un totale di 12 km. Questa volta Chiarandini è presente e vince, staccando di dieci minuti il secondo classificato, Piergiorgio Gagliotti e di 16' il terzo, l'argentino Cristian Fredes. La campionessa australiana Tammy Van Wisse è prima tra le donne.

Nel '92 Paolo Pinto si congeda dallo Stretto con l'ultima delle sue tante traversate e nello stesso anno Mauro Lombardi , sessantottenne di Follonica, diventa il più anziano tra i traversatori, e con un tempo di tutto rispetto intorno ai 42 minuti. Il '93 vede in riva allo Stretto un gruppo di giovani atleti di Santa Maria Capua Vetere guidati dall'ex campione italiano Maurizio Castagna, fondista con la Capri-Napoli nel suo carniere; tra i ragazzi campani vi è anche la quindicenne Francesca Manzari che, unica donna ad aver mai tentato l'impresa, compie la traversata a delfino - e per due volte. Tra gli eventi del 1994 spicca senz'altro la lunghissima nuotata dell'italo-canadese Carlos Costa, privo di entrambi gli arti inferiori, che in circa 23 ore di sforzo ininterrotto raggiunge addirittura Giardini Naxos da Torre Faro, passando per Cannitello. A fine agosto dello stesso anno, la riminese Cristiana Cappello (accreditata di una "singola" con due diversi tempi riportati tra i 36' e i 37', nessuno dei quali accompagnato però da attendibile referto) compie la doppia traversata restando però lontana del record di Monia Scalzo. E lontane ne restano anche la piccola indiana Chawi Madan, che porta a compimento una "doppia" nel '95, e la nostra Cristina Scotto che nel '97 nuota da Capo Peloro a Cannitello, tornando a toccar terra in Sicilia a Fiumara Guardia.

L'impresa di battere il record riesce invece a Sandra Pavanello, che nel 1996 riesce ad abbassare di una quindicina di secondi il tempo della Scalzo, fissando il nuovo limite in 1h39'05".

Ancora da ricordare in questo decennio due nuovi record: il messinese Francesco Cacopardo in un percorso di preparazione alla traversata della Manica affronta la doppia in pieno inverno, il 26 dicembre del 1998, battendo il record di Fiannacca col tempo di 1h.33'12. L'anno seguente è il giovane villese Diego Santoro a fissare il nuovo miglior tempo nella traversata a rana con 59'45".

Il 1999 è anche l'anno in cui vede la luce la prima edizione del Trofeo Baia di Grotta , organizzato da Ninni Giunta e dalla Lega Navale di Messina. La gara, che in pochi anni diventerà un classico del nuoto di fondo nazionale, esordisce timidamente in una versione tutta messinese con appena nove atleti al via - non tutti di primo piano. La vittoria arride a Francesco Cacopardo, sicuramente il più accreditato tra i concorrenti, davanti a Peppe Saya, altro storico master peloritano.

Dal 2000 al 2009

Il nuovo decennio, partito un po' in sordina, segna una svolta nel senso di un ritrovato entusiasmo collettivo verso le traversate dello Stretto di Messina.

Nel mese di Giugno del 2000, Paolo Dominoni ottiene il quinto tempo sulla singola traversata con 36'45".

Nell'agosto dello stesso anno il pallanuotista messinese Riccardo Carmignani conquista il record sulla doppia traversata, accompagnato da Francesco Cacopardo che lo deteneva fino ad allora. Col tempo di 1h25'08" Carmignani è il primo atleta a scendere sotto l'ora e mezza.

La seconda edizione del Baia Di Grotta saluta la vittoria del tredicenne di Augusta Andrea Bassetta, allenato da Marco Conti, primo davanti al messinese Villari. L'anno seguente, 2001, la gara entra a far parte del circuito nazionale FIN; vince ancora Bassetta davanti al master messinese Nino Micali. Dopo l'edizione 2002, in cui arriva secondo dietro al napoletano Ciro Damiano, Andrea Bassetta conquista la vittoria anche nel 2003 davanti a Damiano e nell'edizione 2004 dedicata alla memoria di Paolo Pinto, davanti al messinese Salvatore Galletta, sfiorando il successo anche nella contestatissima edizione  2006 dietro a Rivellini, uno dei pochi atleti del circuito di fondo poi squalificati per doping. L'edizione 2005 era stata invece vinta dal forte atleta veneto Fabio Calmasini, davanti alla coppia formata dai palermitani Mazzeo e Caleca e al master Tartarotti.

Per la prima metà del decennio null'altro da segnalare, oltre alle tante traversate di Elio Musco, tra i più costanti nel ripetere le proprie nuotate tra le due sponde (con un tentativo fallito anche sulla Vulcano-Milazzo) e l'avvio di una stagione di traversate in gruppo, non competitive e animate dal solo amore per il nuoto e il mare, inventate e curate dall'americana di Firenze Mary Kristel Lokken , con l'appoggio del primatista dello Stretto Giovanni Fiannacca, che le subentrerà come organizzatore nelle edizioni successive al 2008.

Nel 2004 la creazione del sito internet www.baiadigrotta.it ripropone ad un pubblico molto più vasto la storia delle traversate, attraverso una ricostruzione capillare dei singoli eventi. La pubblicazione on-line dell'albo d'oro dello Stretto riaccende l'interesse di nuotatori di tutte le età e poco alla volta il numero delle traversate comincia a crescere.

Nel 2004 l'undicenne Miriam Luca preannuncia con la sua "singola" la stagione delle baby-traversate che scoppierà di lì a poco, seguita nel 2006 dalla dodicenne Ilaria Mangano, che nuota in condizioni marine molto difficili. Entrambe le giovani nuotatrici messinesi sono allenate e accompagnate da Cacopardo, attivissimo in questi anni al fianco di giovani atleti. Clamore ancora maggiore suscita nell'ottobre 2006 la traversata di un bambino di appena dieci anni, Giuseppe Mangano , sempre accompagnato dallo stesso allenatore. Come ai tempi di Agata Malvagna si scatenano i media, ma non è più solo un coro per osannare il piccolo nuotatore. Il dibattito si fa più articolato e acceso e fioccano le polemiche sull'opportunità di esporre bambini così piccoli all'attenzione del pubblico su una singola impresa sportiva. Ognuno dirà la sua a proposito, e più spesso a sproposito.

Ma il 2006 è un anno importante soprattutto perchè segna il ritorno della Traversata dello Stretto in gara al nuoto puro, dopo tanti anni di "pinnato": Simone Ercoli precede sul traguardo Andrea Volpini. La gara è ora organizzata dal Centro Nuoto Sub Villa e trova due entusiasti promoter in Mimmo Pellegrino e Bruno Pecora.

Nel 2007 Alberto Guerrini, che si farà promotore anche di diverse traversate in gruppo della Adria Nuoto, ripete l'impresa di Gianni Golini a trent'anni di distanza, fermando i cronometri su un tempo di poco superiore nella quadrupla traversata in quattro stili.

A sette anni dal record di Carmignani, è un altro messinese che conquista a sorpresa il record sulla doppia traversata: il giovane Marco Viola , anche lui allenato da Cacopardo, porta il nuovo limite ad 1h.24'02".

E nello stesso anno è Simone Menoni a vincere la Traversata in gara. Il palermitano Tommaso Mazzeo precede di un secondo Rivellini sul traguardo del Baia di Grotta , mentre tra i master è duello tra Marco Tartarotti e il messinese Alessandro Sergi.

Nel 2008 il record della traversata a rana viene migliorato per due volte, la prima da me con 48'57" e la seconda dal villese Diego Santoro, che si riprende il primato con un 36'09" che ha del clamoroso, costituendo al momento il terzo tempo assoluto dopo le traversate a stile libero di Fiannacca e Nicosia.

Negli stessi giorni il messinese Fabrizio Mandanici si iscrive nel ristretto club dei traversatori in meno di 40' con un ottimo 38'08", e una settimana più tardi Cristina Scotto centra il terzo tempo tra le donne con 40'47".

Tra le tante traversate del 2008 va senz'altro menzionata quella del taorminese Finy Fichera , che ad ottant'anni suonati si afferma come il più anziano traversatore di tutti i tempi. Ad accoglierlo sulla riva il grande Santo Abruzzini , ex compagno di squadra dello Sporting Club. Al timone della barca-appoggio c'è invece Giovanni Arena , che inizia ad affermarsi come uno tra i barcaioli di maggior successo.

Nella gara organizzata dal Centro Nuoto Sub Villa vince Rodolfo Valenti davanti a Filippo Pupulin e ad Antonio Bruno. Quarto è il giovane calabrese Giorgio Stingi, che poche settimane dopo scomparirà tragicamente durante una battuta di pesca subacquea.

Identico il podio per il Trofeo Baia di Grotta , con Valenti che precede Pupulin e Bruno.

Il 2009 resterà impresso nella storia dello Stretto come uno degli anni più intensi. E' un anno di record, di baby traversate, di exploit e di polemiche. Segno che, complice anche il nostro sito web, lo Stretto vive una nuova Età dell'Oro. In primavera, lo Stretto e lo sport perdono un grande protagonista: Nino Musciumarra si spegne all'età di ottantotto anni, lasciando dietro di sè un'eredità di passione per il nuoto e per il mare.

La stagione estiva si apre con l'impresa dell'undicenne milazzese Ilenia Andaloro , che guidata da Giovanni Arena e allenata da Pippo Nicosia completa la traversata in 40'33", inserendosi al secondo posto della graduatoria femminile dopo il record di Monia Scalzo e prima della Cox e della Scotto.

Dodici giorni più tardi, però, la rodigina Elena Lionello riesce nella tripla impresa di conquistare con una sola nuotata il record sulla "singola" femminile (38'02", quattro secondi in meno della Scalzo), il record femminile sulla doppia (superando di oltre un quarto d'ora il tempo della conterranea Sandra Pavanello) e fissando al tempo stesso il nuovo record assoluto sulla doppia, visto che il suo 1h.23'41" è più basso anche del record maschile di Marco Viola.

Il giorno precedente l'impresa della Lionello, un'altra traversata aveva suscitato grande clamore. Un bambino di soli otto anni, Rosolino Cannio proveniente da Centuripe in provincia di Enna, si cimenta nella traversata, accompagnato dall'allenatore Alessandro Cassisi e da Fiannacca in veste di barcaiolo. La più piccola traversatrice resta, per pochi mesi di differenza, la Malvagna.... ma ancora per poco.

Infatti in agosto tentano la traversata due sorelle di Tripi, provincia di Messina, accompagnate dal presidente della loro società, Pippo Nicosia, e guidate dalla barca di Giovanni Arena. Una di loro, Gaia Cautela , non ha ancora compiuto otto anni. Il suo tempo è di poco superiore a quello di Agatella Malvagna, ma Gaia resta la bambina più piccola ad aver mai attraversato lo Stretto di Messina a nuoto. La sorella maggiore, Asya Cautela , ha dieci anni appena ed è ottima ranista; lo dimostra alla grande: il suo 40'11" diventa il terzo tempo assoluto femminile dopo Lionello e Scalzo, e il secondo tempo a rana dopo quello di Diego Santoro.

In campo maschile, il 2009 è un anno ricco di grandi risultati. Ben cinque atleti scendono sotto la soglia dei 40': il quarantottenne genovese Paolo Perrotti , guidato da Giovanni Arena, fa segnare un grande 35'05" che rappresenta il secondo tempo di sempre. Quella di Perrotti resterà l'unica traversata con costume "gommato", messo al bando dalla FIN di lì a poco, ma questo nulla toglie al valore della sua nuotata.

Perrotti, tra l'altro, è reduce dalla vittoria a sorpresa nel Trofeo Baia di Grotta disputatosi il giorno precedente, in una giornata contraddistinta da imprevedibili correnti che tengono lontani dal podio i favoriti Pupulin, Bruno e Migliore. La palermitana Elissa Fortunato vince la prima edizione della Coppa Nino Musciumarra , riservata alla prima donna al traguardo, nella memoria dell'amatissimo Squalo dello Stretto. Ma la stagione ha ancora molte emozioni da regalare.

In una memorabile "tre-giorni" di traversate, tre messinesi scendono tutti sotto i 40': Pietro Mondello (36'59"), io stesso (35'28", quarto tempo assoluto, la mia migliore traversata all'età di quarantotto anni) e Giovanni Arena , guida delle prime due traversate e protagonista della terza, che nuota in 39'44". Fabrizio Mandanici tenta la doppia, che chiude con successo in un'ora e quaranta.

Infine, il giorno seguente un'epica "doppia" tentata dal torinese Paolo Chiarino e interrotta per le condizioni meteo proibitive, il quindicenne messinese Rolando Candiano ottiene un buon 37'36" guidato da Fiannacca.

La Traversata dello Stretto in gara, infine, si chiude con tempi velocissimi grazie all'eccezionale corrente favorevole. Vince Andrea Volpini davanti a Simone Ercoli, ribaltando il risultato del 2006.

La seconda metà del decennio vede anche una rinascita della tradizione delle lunghe traversate tra le Isole Eolie e la Sicilia .

Nel 2005, a diciotto anni di distanza dalla mia prima Vulcano-Capo Calavà del 1987 decido di riprovare l'esperienza di una lunga "solitaria", con lo stesso barcaiolo di allora, Benito Vittorio Cannuci, affiancato da Giovanni Fiannacca e accompagnato da Cristina Scotto, che pochi giorni dopo riproverà anche lei la rotta percorsa nel 1989, stavolta in coppia con Fabrizio Mandanici. La difficoltà nella gestione dei 21 km della rotta e nel governo dell'imbarcazione rendono la mia nuotata un po' tormentata, tanto che mi ritrovo a nuotare per lunghi tratti senza barca accanto. Alla fine raggiungo la Sicilia abbassando il vecchio record e scendendo sotto le sei ore. Ma ancora meglio fanno Cristina e Fabrizio , che non commettono gli stessi errori e con il solo Cannuci al timone di una barca più facilmente gestibile portano il record a 5 ore e 37', con un po' di sorpresa da parte di tutti, protagonisti compresi.

L'anno successivo, quarantacinquenne, rientro in mare per provare a "riprendermi" il record sulla Vulcano-Capo Calavà , accompagnato e aiutato proprio dagli amici che l'avevano battuto, sempre con Cannuci al timone. Dopo 5 ore e 35' con le braccia a pezzi e con il cuore che sta per scoppiare, il tentativo si conclude con successo sotto la roccia spettacolare di Calavà.

Ma non è finita. Nel luglio del 2007, Fabrizio Mandanici progetta un'impresa affascinante: nuotare ininterrottamente tra quattro delle Isole Eolie. La Panarea-Salina-Lipari-Vulcano è lunghissima, circa 33 km di mare, ma nuotando con grande regolarità e forza, guidato da Fiannacca, Fabrizio riesce ad ottenere un tempo di appena 10 ore, una media veramente notevole se rapportata alla distanza. Il giorno seguente, il trasferimento da Vulcano a Milazzo vedrà noi in barca e Cristina Scotto in mare, prima donna a cimentarsi sulla rotta percorsa da Musciumarra, Golini e Nicosia. La traversata stavolta non è assistita dalla buona sorte: le previsioni di venti e correnti non sono azzeccate e alla fine Cristina è costretta a nuotare per quasi 30 km invece dei 23 previsti. Ritirarsi? Non se ne parla. Arriva in 9h57', stanchissima, ma arriva. Ma le traversate eoliane torneranno anche nel decennio seguente, del quale stiamo per scrivere.

Dal 2010 ad oggi

Una lunga serie di traversate individuali, tutte condotte da Giovanni Arena , fanno del 2010 un anno ricchissimo di successi.

Inizia Finy Fichera , che all'età di ottantadue anni supera sè stesso con una doppia traversata a stile libero conclusa in 2h46'.

Due giovani atleti messinesi sferrano un serio attacco al record storico di Giovanni Fiannacca (30'50") ritenuto fino ad allora inavvicinabile: Cesare Fulci (31'11" in agosto e 35'21" in settembre) e Rolando Candiano (32'44" in settembre) si affidano ad Arena per le loro traversate che fanno segnare il secondo e il terzo tempo assoluto nella graduatoria di tutti i tempi.

In campo femminile, ha un successo ancor maggiore l'impresa delle gemelle Maria Betania e Stefania Torre , allenate da Pippo Nicosia e guidate da Giovanni Arena alla conquista del record femminile (Maria Betania, 36'07") e del secondo miglior tempo (Stefania, 36'46").

Nuovo record assoluto anche sulla doppia traversata, che io stesso tento per due volte nel corso dell'estate: 1h30'33" la prima volta in luglio in un giorno di scirocco, e finalmente 1h22'23" la seconda volta in settembre, quando riesco a far meglio del tempo della Lionello (1h23'41") riportando il record in Sicilia - entrambe le volte, manco a dirlo, accompagnato da Giovanni Arena.

Ma il 2010 si fa ricordare anche per le traversate di Andrea Cadili , non vedente e senza l'uso delle gambe, che completa l'impresa guidato da Arena in appena 48' e di due atleti diabetici, Giovanna Finocchiaro in luglio (sempre con Arena) e Luca Pirrone in settembre, guidato da Fiannacca.

Daniele Pipia vince il Trofeo Baia di Grotta e arriva secondo nella Traversata dello Stretto dietro a Marco Buccioni delle Fiamme Oro.

Tra gli eventi del 2011 ricordiamo il bis di Luca Pirrone, che diventa l'unico atleta diabetico ad aver mai effettuato la doppia traversata, e ancora una doppia - ma stavolta a dorso - effettuata da Alberto Guerrini, che all'andata conquista il nuovo record per questo stile con 48'34", superando il 51' di Arrabito che resisteva dal 1975.

L'unica traversata della stagione che infrange il muro dei 40' è quella di Giovanni Arena , che oltre a guidare gli altri atleti si prende la soddisfazione di ritoccare il suo stesso primato over-50 col tempo di 37'08", facendosi accompagnare dal nipote Paolo Arena.

La Traversata in gara è vinta da Simone Ercoli che ripete il successo del 2006. Si tratta di una edizione particolarmente tormentata e disputatasi contro-corrente per lunga parte del percorso. Molti atleti terminano la loro prova in tempi tra le due e le tre ore.

Daniele Pipia invece fa il bis sul Baia di Grotta , davanti a Polizzi e a Minarda, con i soliti Tartarotti e Sergi a guidare la pattuglia dei master.

La mia Vulcano-Milazzo, effettuata il 7 luglio nonostante una grave lesione muscolare al quadricipite, completa con le tre Vulcano-Capo Calavà un poker di traversate eoliane che ho realizzato nell'arco di 24 anni di nuoto: avevo 26 anni la prima volta, ne ho 50 adesso. Ma la passione non cambia.

Questo fino ad oggi.

Il mio racconto riassume i principali eventi e tralascia, per ovvi motivi di spazio e scorrevolezza, tantissime altre traversate di personaggi noti e meno noti. Ognuno di loro però ritroverà la propria nuotata registrata nell' Albo d'Oro dello Stretto; e ritroverà nella propria memoria l'emozione provata sulla spiaggia mentre con i piedi nudi sulla sabbia e lo sguardo fisso sull'altra sponda cercava di capire quale esperienza lo attendesse in mezzo alle correnti. Un'emozione che, identica, accomuna i campioni, i miti, e i "comuni mortali" che hanno sfidato queste acque con la sola forza delle proprie braccia e del proprio entusiasmo.

Nino Fazio

 

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