NINO FAZIO, record traversata solitaria rana, 28 Giugno 2008
foto di Marcello Aricò
La mia prima traversata a rana (1988) era legata ad un periodo particolare della mia vita sportiva, l'anno dell'infortunio alla spalla che mi ha tenuto lontano dallo stile libero e dalle gare. Avevo 27 anni e una gran voglia di fare, e la traversata a rana diede un senso ad una stagione "nera". Allora mi intestardii, contro il parere di tutti, a farla nel senso opposto a quello classico, per arrivare in Sicilia invece che in Calabria, e pagai la mia testardaggine con una grande fatica e un tempo molto alto (1h.50').
In una stagione diversa, per spirito, età e ... saggezza, decido di riprovarci. Il pensiero è elementare: alla fine, dei motivi e delle difficoltà della mia prima traversata non resterà nulla, e l'unica cosa sarà il risultato cronometrico nell'albo d'oro. Un'ora e cinquanta sono duri da mandar giù e vorrei "lasciare" qualcosa di meglio. Stavolta niente stranezze, il solito percorso Faro-Cannitello e una guida nuova in barca: l'accoppiata vincente è costituita dal mio grande amico, compagno di allenamenti e di squadra Giovanni Arena e da Natale La Fauci, che ho già avuto accanto nell' edizione 2007 della Traversata in gara.
Natale La Fauci e
Giovanni Arena, amici e barcaioli, a loro debbo gran parte di
questo risultato. E che mare, ragazzi, altro che Tropici!
La partenza, come
sempre, da Capo Peloro... è la 12ma volta ma l'emozione è sempre la
stessa. Bè, certo non è per la folla...!
Nello Stretto la guida è fondamentale e Natale e Giovanni riescono ad interpretare alla perfezione le correnti, facendomi attendere l'attimo ideale per far sì che il mio sforzo sia ripagato dal massimo risultato. Nuoto con tutto l'impegno possibile e senza rifiatare un attimo, ma al tempo stesso quasi in allegria, aiutato dall'entusiasmo degli amici sulle barche-appoggio. Tra loro tanti traversatori dello Stretto, da Sandro Sergi a Franco di Fede, a Pietro Mondello a Piero Guasto (che ha fatto la traversata il giorno prima), e naturalmente Marcello Aricò, medico, nuotatore e fotografo delle traversate.
In barca Andrea e
Sandro Sergi, amico e grande nuotatore, mentre il Pilone si allontana.
L'obiettivo di Marcello
Aricò ferma l'istante in cui tocco terra in Calabria.
Alla fine il cronometro segna 48'57", che rappresenta il nuovo record nella traversata a rana. Non nascondo che le mie ambizioni erano quelle di scendere sotto l'ora, e che quindi il vecchio record di Diego Santoro (59'45") non era fuori portata. Ma certo non mi aspettavo di abbassarlo di oltre dieci minuti... Dico subito che questo non fa certo di me un ranista migliore di Santoro, un ventisettenne villese, oggi master e allenatore di nuoto, che ha nella rana il suo punto di forza e che negli stessi giorni della mia traversata conquistava un oro e un argento nei 100 e 50 metri rana ai Campionati Italiani Master di Palermo con tempi di grande valore tecnico. Incontrandoci in piscina, avevamo parlato dei nostri progetti e so che anche lui ha in mente di riprovare la traversata nel "suo" stile, forse in questa stessa estate. Gli auguro di trovare le stesse condizioni favorevoli che hanno premiato il mio tentativo, per poter dare il meglio di sè e raccogliere ciò che merita. In ogni caso ha l'età che io avevo 20 anni fa, e quindi le occasioni non gli mancheranno di certo. Intanto, record o non record, mi prendo questa bella soddisfazione e la metto nella cassaforte dei bei ricordi, pronto ad usarla tutte le volte che lo stesso mare - meno ben disposto - mi darà meno di quanto non avrò seminato.
Si torna allegramente
in Sicilia. Da sinistra Piero Guasto, Pietro Mondello, Sandro Sergi, e
seminascosti Giovanni Arena e Franco di Fede...
Quante traversate in una barca sola!!! E non dimentichiamo Marcello,
medico e traversatore anche lui, oggi dietro la fotocamera.
Foto-ricordo col mio
Andrea.
I cronometristi Sarlo e
D'Arrigo.
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