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NINO FAZIO, record doppia traversata stile libero 
02.09.2010

ringraziamenti

Tutte le foto di questa pagina sono di Marcello Aricò
Questa traversata è dedicata alla memoria di Nino Musciumarra

La storia del record della "doppia" passa per i nomi di Santo Abruzzini (2h.18' nel 1967), Gianni Golini (1h.43' nel luglio '76), Paolo Pinto (1h.41' nel settembre dello stesso anno), Giovanni Fiannacca (1h.37' appena due settimane dopo Pinto e due mesi dopo Golini, al culmine di un'avvincente duello a distanza). Nomi che hanno fatto la leggenda dello Stretto. Occorrono ben 22 anni perchè il record di Fiannacca venga abbassato, e a farlo è l'allora 34enne Francesco Cacopardo che nuota in pieno inverno in 1h.33'. Lo stesso Cacopardo allena gli altri due atleti messinesi che si susseguono nel primato: il pallanuotista Riccardo Carmignani (1h.25'08" nel 2000) e il giovane Marco Viola (1h.24'02" nel 2007). Il tempo di Marco resiste come record maschile ma non come assoluto, per la grande prestazione dell'atleta rodigina Elena Lionello, che nel 2009 mette in fila uomini e donne, portandosi in riva al Po il record assoluto con 1h.23'41". E' questo il tempo da battere.

Questa pagina è dedicata al record della doppia traversata dello Stretto di Messina che ho stabilito il 2 Settembre 2010 col tempo di 1h.22'23", dopo un primo tentativo effettuato il 20 Luglio della stessa estate chiuso in 1h.30'33", che trovate qui raccontato da Marcello Aricò.

In realtà il tempo di 1.30'33" fatto in Luglio non era da buttar via. Ma l'averlo ottenuto nuotando contro lo scirocco mi aveva fatto intuire che c'erano i margini per migliorarlo, in condizioni diverse. Aggiungo a questo che l'insistenza di Giovanni Arena, fraterno amico, forte atleta e perfetto accompagnatore, aveva fatto breccia nella mia voglia di accantonare l'idea della "doppia in solitaria", almeno per quest'anno. La disponibilità a ripetere la prova dimostrata da parte di Gianni Pizzi e Mimmo Sarlo, cronometristi dell'evento, aveva quasi assunto la forma di una amichevole scommessa che mi vincolava ulteriormente a rientrare in acqua. E poi, ultima ma non ultima, la mia proverbiale testa di ***, quella che mi aveva fatto rifare nel 2006 i 21 km della Vulcano-Capo Calavà già fatta nel 2005 per rosicchiare i miseri due minuti che mi separavano dal record.... quella che mi aveva spinto a rifare, subito dopo il rientro il barca a Torre Faro, la traversata singola nel 2007 perchè la prima "non mi era venuta bene"... insomma, la mia buona, vecchia testa dura.

La doppia traversata è infida. La sua storia ci suggerisce che riserva ancora ampi margini di miglioramento (e il fatto stesso che il record lo abbia preso io, nuotatore autodidatta e all'età di 49 anni, la dice lunga). Ogni record è migliorabile, e la mia idea è che un buon nuotatore, con un buon barcaiolo e correnti ottimali, possa abbassare il limite fino all'ora e dieci minuti. Ma al tempo stesso, qualsiasi nuotatore, anche giovane, forte, esperto e ben guidato, con la doppia traversata si espone al rischio di colossali figuracce. Traversate che sembrano riuscire benissimo fino a metà o a tre quarti, si risolvono in disfatte ingloriose negli ultimi 1500 metri.


Per puro caso, la mia partenza avviene sotto gli occhi del recordman della singola traversata e caro amico Giovanni Fiannacca. Quale migliore auspicio?

Alla partenza c'è l'incontro con un'altra comitiva di nuotatori in partenza per l'altra sponda, capitanata proprio dal grande Fiannacca e di cui fa parte anche Gianluca Albo, amico master palermitano innamorato dello Stretto. Un rapido saluto con loro e parto, tra mille meduse ma con perfetta visibilità in acqua e fuori. Corrente "scendente" al punto giusto, e via. Tutto fila liscio e in appena 37'20" sono a Cannitello. Riparto subito, un bicchiere di zuccheri e sali e la prospettiva cambia. Il sole illumina la costa siciliana e la fa apparire più vicina, anche se vicina non è. All'ottimismo dell'andata a bordo subentra la perplessità, e io in acqua me ne accorgo. Scruto il volto di Giovanni, ma dopo pochi minuti non ce ne sarà più bisogno. Rendendosi conto che il risultato è possibile ma lontano dall'essere certo, Arena mette in campo tutto il suo repertorio di incoraggiamenti quasi feroci, spingendomi a tirare a più non posso e facendomi capire che se non ce la metto tutta il record non ci sarà. Gli "Ammàzzati!", "Tira!", "Spàccati!" non si contano più... il timone passa dalle sue mani a quelle del nipote Paolo e lui si proietta quasi in acqua con me, prendendosi da me schizzi e mandate a quel paese in quantità. La Sicilia si avvicina ad 85 bracciate al minuto, uno sprint in mezzo a mille meduse durato tutta l'ultima mezz'ora, in cui le grida di Giovanni ma anche di Pizzi, del mio Andrea e di tutti gli altri si sentono - racconterà poi Arena - fino al centro del paese, allarmando chi in quel momento aveva qualche parente in mare con la barca!

Tocco terra e mi volto verso la barca, sicuro di trovare volti scuri e sorrisi di consolazione, ma vengo sopraffatto dalle urla di entusiasmo e dagli applausi! Che meraviglioso momento... forse ci tenevano loro più di me - che pazzi tutti quanti! A 49 anni suonati chiudo la doppia traversata dello Stretto in 1.22'23" restituendo il record al mio sesso e alla mia terra. Un tempo ottimo ma, come tutti i record, destinato ad essere superato. E spero di essere anch'io al fianco di qualche altro nuotatore più giovane, possibilmente siciliano come me, che raccolga questa bella sfida sportiva, spostando "oltre" quel limite che Abbruzzini, Golini, Pinto, Fiannacca, Cacopardo, Carmignani, Viola, Lionello - e da oggi anche io - abbiamo migliorato di quasi un'ora, unendo le nostre bracciate in un'unica doppia traversata durata oltre 40 anni in cui da oggi posso dire di aver fatto la mia parte fino in fondo.

ringraziamenti


Verso la sponda calabrese, in una giornata splendida - a parte le meduse - e un mare perfetto. 


Tocco terra a Cannitello in 37'20" e riparto subito verso la Sicilia.


Giovanni sorride, ma ancora per poco... inizia a scrutare l'orizzonte, a confrontare cronometro e GPS e a far proiezioni del tempo finale....

 
... e si rende conto che saremo in bilico tra record e non-record fino agli ultimi metri. "Non ce la facciamo" - "Ce la potremmo pure fare"... E inizia a fare come un pazzo!


I fischietti di Pizzi e  Andrea non riescono a superare le urla di Giovanni: "Aumenta, aumenta!" "Ammazzati!"... Capite che bell'amico? Aumentare che? Sono a tutta! 
Ma alla fine tocco terra, mi giro verso la barca senza sapere ancora se ce l'ho fatta oppure no. Ma non ci vuol molto a capirlo: è festa grande a bordo!


E finalmente la terra sotto i piedi (... e non solo). Un momento per riprendermi e poi gli abbracci e le foto di rito. Mi sento circondato dall'affetto di tutti e mi rendo conto di quanto abbiano faticato con me.


Con gli amici cronometristi Gianni Pizzi e Mimmo Sarlo, felici quanto me! E col grande Giovanni Arena, felice ancor di più.


Ancora una volta accanto a me come "responsabile della traversata" c'è Pietro Mondello, amico e forte nuotatore - e naturalmente l'immancabile Marcello Aricò, dal 1987 accompagnatore delle mie follie.


Altri protagonisti sono stati Placidino, guida della seconda barca-appoggio e Paolo Arena, nipote di Giovanni che al fianco dello zio sta apprendendo i segreti del ruolo di barca-guida. Il timone resta sempre in sicure mani Arena! Senza dimenticare l'aiuto-cronometrista, mio figlio Andrea.

 
Generazioni vecchie e nuove: 5 nuotatori di età compresa tra i 10 e i 49 anni! Sono con me Ilenia Andaloro, Mauro Raffa e Alessandro Sergi, veri pilastri della mia squadra Nuoto Milazzo Carmelo Nicosia. Ragazzi, grazie per il tifo e per essere stati a bordo accanto a me. E lì nel mezzo il mio Andrea, tesserato per la società amica Ulysse.

   
Della "squadra" hanno anche fatto parte l'assistente per il salvamento e amico Salvatore Pedale e la carissima cronometrista (in vacanza) Angelina Mangraviti.

GRAZIE DI CUORE A:

  • Giovanni Arena - per l'amicizia e la passione messe in campo e per l'impareggiabile bravura nel guidare la barca.

  • Gianni Pizzi e Mimmo Sarlo - "non solo cronometristi". L'abbraccio di Pizzi a fine traversata mi ha detto quanto fosse felice di aver cronometrato il record, come aveva fatto suo padre Pasquale in occasione del primato di Fiannacca nella singola, 35 anni fa. Un Pizzi a bordo non deve mancare mai!

  • Marcello Aricò - che dirti, Marcello, sai già tutto e hai scritto anche di più. Finirà che prima o poi mi dovrai rianimare per davvero.

  • Pietro Mondello - responsabile dell'evento, ma soprattutto complice nell'ideazione di follie natatorie, hai fatto di tutto per esserci e ne sono stato felice.

  • L'Autorità per la Navigazione nello Stretto di Messina, e in particolare il M.llo Salvatore Tringali e il sig. Labate - per la pazienza, la professionalità, il rigore unito a spirito collaborativo con cui hanno disciplinato questo evento insieme a tanti altri.

  • Paolo Arena - forse ha avuto il timone in mano ancora più dello zio Giovanni, a garanzia dell'esperienza ormai acquisita nel guidare le traversate.

  • Andrea Fazio - il mio Andreino ha "staccato" col suo cronometro lo stesso tempo esatto dei cronometristi. Era concentratissimo e il suo volto era quello che cercavo di più mentre nuotavo. E quando le grida di Giovanni non riuscivano più a tirare fuori da me altre energie, ha avuto la trovata di dirmi "Davanti c'è Peppe Saya, raggiungilo!".... Peppino, hai visto come ha imparato a conoscerci? 

  • Alessandro Sergi, Ilenia Andaloro, Mauro Raffa (con Giacomo) - amici e grandi nuotatori, compagni di squadra della Nuoto Milazzo Carmelo Nicosia.

  • Angelina Mangraviti, Franco di Fede, Peppe Lisi e Salvatore Pedale - accanto a me in una o in entrambe le traversate con il loro entusiasmo.

  • Giovanni Fiannacca - per la semplice amicizia fatta di poche parole e per la targa con cui mi ha sorpreso e commosso due giorni dopo alla "Nuotata dei Buddaci". Ricevere un riconoscimento per un record nello Stretto da Fiannacca è come ricevere il Pallone d'Oro da Pelè. Almeno io mi sono sentito così! Sono contento ci fossi anche tu, in un modo o nell'altro, quella mattina.

  • Domenico Bertè, Antonio Sangiorgi e tutti gli amici giornalisti che hanno dato rilievo a questa notizia e dignità al nostro sport sulla stampa.

  • E ovviamente grazie anche ad Elisabetta, per il supporto e la pazienza. Se non l'avessi rifatta subito sarei stato un marito inquieto per tutto un inverno. Quindi, praticamente, hai fatto un affare.

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