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MARY
MARGARET REVELL, doppia traversata s.l. - 16.04.1963 la prima traversata solitaria femminile nello Stretto di Messina Chi dice che il nuoto non rende belli? Margaret Revell (o Mary Margaret come si firma nella foto con dedica a Nino Musciumarra) era bella e ricca di talento e grinta. Resterà nella storia come la prima donna a tentare di attraversare da sola lo Stretto, e con un tragitto non facilissimo. E soprattutto in un periodo dell'anno in cui le acque tra le due sponde raggiungono temperature proibitive. Siamo infatti ancora a metà Aprile, e la temperatura dello Stretto non supera i 15 gradi. Mary Margaret Revell veniva da Shafter, California, aveva all'epoca 25 anni. Nel '58 aveva nuotato da Malibu a Santa Monica (18 miglia) e l'anno seguente aveva attraversato lo Stretto di Catalina (25 miglia), incontrando uno squalo faccia a faccia.... Poi ancora lo Stretto di Mackinac nel Michigan, e 18 miglia nel Detroit River. L'anno prima dello Stretto Mary Margaret aveva affrontato la traversata dello Stretto di Gibilterra (7 ore 13'), e poi ancora il Mare di Marmara e lo Stretto del Bosforo.
Ricorda Franco Di Fede, al quale Baiadigrotta.it deve tante informazioni e precisazioni: "Margaret Revell che in quel momento era la più brava nuotatrice del mondo sulle lunghe distanze, era stata ospitata dall’Hotel Lido di Mortelle, che sponsorizzava la sua doppia traversata, già dal mese di marzo ed ha trascorso il tempo prima della sua impresa del 16 aprile allenandosi in mare, in piscina e facendo lunghe passeggiate in bicicletta in quei dintorni". Interessante
l'articolo pubblicato pochi giorni dopo da Time
e oggi disponibile in
rete qui. Questa prima immagine documenta la sosta sulla spiaggia di Cannitello prima di ripartire alla volta della Sicilia. Qui sotto vediamo invece l'arrivo della traversata: la Revell tocca terra in Sicilia, contrada Fortino di Pace. Da notare la figura di Musciumarra in costume, che tiene a distanza i curiosi e incita l'atleta.
E' l'Aprile del 2008 e - non chiedetemi come - riusciamo a ritrovare Mary Margaret Revell...! Inizia un intenso scambio di messaggi e naturalmente chiediamo a Mary Mararet di raccontarci in prima persona la sua avventura messinese. La Revell, che oggi vive a Centreville nel Maryland, ci invia un breve racconto che pubblichiamo qui di seguito, insieme ad alcune foto e notizie sulla sua vita "dopo lo Stretto", che a quanto pare è stata totalmente immersa nello sport, nell'avventura e nella Natura. Si comincia con la collaborazione con Jacques Cousteau a Villefranche per un esperimento di sopravvivenza sottomarina. Conclusa questa esperienza, Mary Margaret si sposta nei Caraibi per compiere ricerche sugli squali. Viene quindi convocata dalla base della Marina Americana a Puerto Rico per collaborare ad altre ricerche sugli squali, e attraverso questo contatto finisce per lavorare a Washington DC per la US Navy per oltre 13 anni, nel centro del Pentagono.
Nel frattempo gravi problemi osteoarticolari la costringono sulla sedia a rotelle, e dopo una complessa operazione chirurgica riprende a camminare. Come per il nuoto, "un po' non è mai abbastanza", e Mary Margaret inizia a praticare la corsa su distanze sempre maggiori. Inizia poi ad affrontare le maratone, tra cui quella di Atene nel 1980, e le 100 miglia come quella di Puerto Rico, e attraversa la Valle della Morte in solitaria.
Nel frattempo si fa strada nella sua mente il desiderio di attraversare correndo il Giappone, impresa nella quale si cimenta all'età di 48 anni correndo per oltre 3000 km. A 50 anni attraversa correndo la regione dell' Himalaya nel senso della lunghezza (circa 4500 km) in compagnia del suo cane Velia, resistendo al caldo, al freddo, e perfino alla carica di un elefante (altre notizie qui)....
Infine, si stabilisce sulle rive della Baia di Chesapeake nel Maryland, dove vive tutt'oggi in compagnia di tre pointers a pelo corto, in una casa vecchia 150 anni che lei stessa ha ristrutturato e pitturato. Afflitta da una grave forma artritica, non può più correre, ma continua ad avere un'esistenza attiva e sta scrivendo la storia della sua città, fondata 238 anni fa e luogo storico della Guerra di Indipendenza americana. Ecco il suo racconto delle giornate messinesi (per la versione italiana, clicca qui): In
truth I cannot now remember how I came to choose the Lido di Mortelle as
my base and to ask them for sponsorship. I remember that I did write them
a letter, and then I called them by phone. In those days, and with little
money, that was a big deal.It was not easy, but finally I received
approval. With very little money, I flew to Rome. I do not even remember
where I was when I flew there, I do not recall if I was coming from
somewhere in Europe or if I had returned to the US. In any case, I was
terrified. And I knew nothing about the Messina Straits waters, except the
basic things I had read.
Mary Margaret è qui insieme a Nino Musciumarra, e nel brindisi sotto all'estrema destra si riconosce Pasquale Pizzi, indimenticato cronometrista di quella traversata e nuotatore master messinese. In verità
non ricordo come finii per scegliere il Lido di Mortelle come base, e
chiedere la loro sponsorizzazione. Ricordo che scrissi loro una lettera e
poi li chiamai al telefono. A quel tempo e con pochi soldi a disposizione,
non era cosa da poco. Non fu facile, ma alla fine ricevetti la loro
approvazione. Con pochissimi soldi addosso, atterrai a Roma. Non ricordo
se vi arrivai da qualche altra località in Europa o se avessi già fatto
ritorno negli Stati Uniti. In ogni caso, ero terrorizzata. E le uniche
cose che sapevo sullo Stretto di Messina erano le informazioni basilari
che avevo letto. Il giorno dopo essere arrivata in albergo,
chiesi di conoscere il proprietario che stava sostenendo i costi
del mio soggiorno. E anche quella fu un’esperienza, perchè fino ad
allora avevo solo sentito delle cose ma non ne sapevo più di tanto. Il giorno
seguente sentii dire che nel porto di Messina c’era una “grande nave
della Marina Americana”. Quindi nel tardo pomeriggio ci andai, senza
avvisarli in alcun modo che questa ragazza americana stesse per
presentarsi da loro. Chiesi al marinaio di guardia di parlare con
l’ammiraglio. Si scoprì poi che la nave era in realtà l’ammiraglia
dell’intera flotta nel Mediterraneo. Quando chiedi aiuto, è meglio
rivolgersi al capo, a chi non deve chiedere a nessun altro, e io lo trovai
al primo colpo! Quindi mi
invitarono a bordo, presi il the con l’ammiraglio e il suo staff al
completo, che comprendeva il Luogotenente italiano che rappresentava la
Marina Italiana presso quella Statunitense. Furono prodighi di indicazioni
sulle maree e le correnti, e mi dissero quanto sarebbe stato difficile.
Spiegai loro che avrei avuto necessità di piccole imbarcazioni, e mi
promisero di inviare i gommoni dalla loro base siciliana per assistermi
durante la nuotata. La cosa che più ricordo è che portarono un’intera
borsa piena di bandierine americane. Ne misero una sulla prua di una
piccola imbarcazione di gomma in modo che la potessi vedere ad ogni
respirazione. Non appena si inzuppava troppo, la sostituivano con una
asciutta! Rimasi meravigliata da come avessero potuto pensare ad un simile
incredibile dettaglio. Poi Nino (Musciumarra)
e i suoi amici vennero a trovarmi in albergo. Per quanto posso ricordare,
fu proprio l’albergatore a trovarlo per me, e così loro vennero per
aiutarmi a pianificare la traversata e fornirmi il supporto di giudici e
cronometristi per l’ufficializzazione del risultato. Una delle cose che
ho realmente conservato come fosse un tesoro è stata la tuta del CUS...
l’ho indossata per anni ed anni, finchè non si è logorata (vedi questa
foto a Sydney, Australia, 1965). Mi piaceva
allenarmi in bicicletta e in piscina. Essendo ancora primavera, faceva
piuttosto freddo e l’allenamento era duro. Ma è stata l’incredibile
accoglienza ricevuta da Nino e dai suoi amici e lo spirito di generosità
dimostrato da ognuno di loro che ha reso possibile il tutto. Sapete,
oggi gli atleti hanno agenti che si prendono cura degli aspetti
organizzativi ed economici, trovano i fondi e conducono le trattative per
realizzare gli eventi. Io non avevo nessuno che mi aiutasse per nessuna di
queste necessità. Avevo solo racimolato un po’ di soldi, comprato un
biglietto aereo ed ero atterrata a destinazione. Non avevo idea di come
sarei riuscita a trovare l’aiuto necessario per la traversata. Comunque
avevo appena concluso con successo la traversata dello Stretto di
Gibilterra ed avevo già al mio attivo numerose traversate in Turchia,
quindi mi sentivo comunque fiduciosa. Ciò nonostante, non conoscevo
nessuno al momento del mio arrivo. E al momento della mia partenza, avevo
invece tanti amici e dei ricordi fenomenali. Durante la
traversata mi sentii piuttosto male, specie verso la fine. Sapevo che ce
l’avrei fatta, ma debbo dire che l’ultimo miglio fu particolarmente
pesante, e tutti quanti mi incitavano per incoraggiarmi. Vomitavo e avevo
i crampi. Eppure quando vidi tutte quelle persone sulla riva – mi
sembravano centinaia – che mi aspettavano per festeggiarmi, mi sentii
nuovamente piena di forze! Mary Margaret Revell Goodwin - Centreville, MD, USA - April 2008 pagina a cura di Nino Fazio - nino@baiadigrotta.it storia - albo d'oro & immagini - organizzazione - regole - atleti Per comunicare dati o richiedere informazioni, scriveteci qui: traversata@baiadigrotta.it |
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