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MARCELLO ARICO', traversata solitaria stile libero, 23 Luglio 2008

pubblichiamo qui di seguito il mio articolo scritto per www.nuotosicilia.it e il racconto in prima persona di Marcello

La traversata di oggi ha visto come protagonista una delle figure storiche del nuoto nello Stretto di Messina. Esattamente a 20 anni di distanza dalla sua prima traversata (allora si era trattato della III edizione della Scilla e Cariddi), torna in acqua Marcello Aricò, "il medico delle traversate", accompagnatore di decine di storiche nutotate nelle acque siciliane.
Da sempre innamorato dello sport e della natura, Aricò restava folgorato dal nuoto in acque libere in occasione della mia prima Vulcano-Calavà, nel 1987: quel giorno nascevano la nostra amicizia e un lungo rapporto di collaborazione. Nel 1988 Marcello entrava a far parte della squadra di fondisti del CUS Messina, guidata da Nino Musciumarra, disputando le gare del Grand Prix FIN, tra le quali la doppia traversata che aveva occupato nel suo cuore un posto speciale.
L'idea di riprovarci era nata anni fa, e Marcello aveva fissato già da allora la data precisa. E' stato di parola: alle 9.08 del 23 Luglio è partito da Capo Peloro, in condizioni piuttosto difficili. Maestrale forte, meduse e correnti di non facile interpretazione hanno reso la fatica del cinquantaduenne messinese più dura del previsto. Al timone della barca appoggio era Giovanni Fiannacca, che ha guidato il nuotatore attraverso le onde e le difficoltà in modo eccellente. Passata la metà dello Stretto, le condizioni sono andate migliorando, e grazie ad un passo regolare intorno alle 72 bracciate al minuto Marcello ha toccato la riva di Cannitello dopo 58'16", un tempo che va considerato molto positivamente alla luce delle difficili condizioni in cui è stato ottenuto.
Doveva essere una festa e una festa è stata: grande entusiasmo e allegria sulle barche appoggio, a testimonianza dell'immenso affetto che lega l'intero ambiente del nuoto di fondo messinese ad Aricò, medico ma non solo, nuotatore ma non solo, amico ma non solo: uno dei veri protagonisti della rinascita dell'entusiasmo per il nuoto in acque libere in riva allo Stretto.

Nino Fazio, www.nuotosicilia.it, 23 luglio 2008


La giornata inizia così... nuvole nere e buio, e il mare non promette nulla di buono!


E' un'abitudine. O in sala operatoria o in mare, il dott. Aricò indossa i guanti prima di ... operare!

  Un sogno durato una vita e... realizzato in 20 anni  

di Marcello Aricò

L’emozione di attraversare lo stretto è un ritornello che negli ultimi anni ho vissuto accompagnando decine di nuotatori. Sulla barca al cospetto dell’azzurro mare, una forza  sconosciuta mi ha sempre spinto a immergermi e divenire un tutt’uno  con questo fluido primordiale, come se un qualcosa mi attirasse verso il tutto e quindi verso l’origine di ogni cosa.

Poi,  sul mare di Scilla e Cariddi, dove la storia e il mito si sono nel tempo confusi, la percezione di questo grande blu  ha un sapore e un richiamo veramente unico.

Fin da bambino ho avuto un rapporto particolare con il mare, ho sempre sentito di far parte di questo immenso, più che dell’aria, forse perché a causa della mia epa, riuscivo a muovermi in acqua con una facilità e con una consapevolezza e con una forza interiore del tutto appagante.


La flotta Fiannacca al gran completo: Colapesce per gli amici e il Don Ninai per guidare il nuotatore.

Poi crescendo nel mito di Colapesce, eroe della mia adolescenza, affascinato dalle sue gesta, anche se sembrava impossibile, il desiderio interiore era di imitarlo.

Le mie prime nuotate le ho fatte nel “mare grosso“ della periferia sud di Messina, e noncurante del continuo monito di mio padre, marinaio della regia marina durante  il secondo conflitto, “ricordati figlio che il mare non ha caverne“, ho scorazzato per lungo e per largo nelle acque insidiose primeggiando tra i miei coetanei per velocità e resistenza.

Poi l’adolescenza, ricca di esperienze montane mi ha fatto diventare un esperto trekker, distogliendomi dal mio primo amore, pur covando dentro di me il sogno che un giorno avrei attraversato lo Stretto a nuoto; intanto raccoglievo ritagli di giornale di altri eroi che si cimentavano a vario titolo e con i più disparati mezzi per affrontare  il sogno infranto di quel Re barbaro  tradito dall’incantesimo della Fata Morgana.

Poi l'incontro casuale con Nino Fazio, nuotatore di razza, durante la sua prima Vulcano – Capo Calavà dell'87.

Nino con il suo stile, il suo impegno, la sua competenza, il suo sguardo limpido di “uomo  di mare dei giorni nostri“, ha fatto rinascere quell'amore sopito da tempo; e ancora altri occhi sulla mia strada, occhi di un vecchio lupo di mare, occhi che raccontano avventure su avventure, occhi che parlano di lavoro e sacrificio, occhi che hanno sfidato il mare per cinquant'anni: il mitico Nino Musciumarra.

Con lui ho iniziato nella squadra dei fondisti del Cus Messina potendo così realizzare il mio sogno con la partecipazione alla terza edizione della doppia traversata“ Scilla e Cariddi” dell'88.


Nuvole e sole si alternano in continuazione, e le meduse aspettano Marcello in mezzo allo Stretto.

Dopo di allora, realizzato il sogno di attraversare lo Stretto, ho appeso cuffia e occhialini, ho continuato a corteggiare il mare seguendo da medico alcuni intrepidi nuotatori.

Continue sollecitazioni dei miei amici nuotatori hanno fatto sì che mi impegnassi in un'altra sfida, ma avevo bisogno di un obiettivo tangibile, e solo quando ho razionalizzato che la celebrazione dei vent'anni poteva essere una buona motivazione ho ripreso cuffia e occhialini ed ho cominciato lentamente a frequentare la piscina.

Il 23 luglio 2008 a vent'anni esatti dalla mia prima traversata, accompagnato dall'affetto degli amici che sono stati una degna cornice alla mia nuotata, come uno studente agli esami di stato, emozionato e stregato dal mare, bracciata dopo bracciata, sotto l'occhio attento di Giovanni Fiannacca, nuotatore, pescatore e uomo di mare, ho rivissuto una forte emozione.

Emozioni che ho sperimentato in maniera simile nel 2005 quando ho percorso una parte del Cammino di Santiago di Compostela; allora mi sembrò di camminare nella storia percorrendo le orme di milioni di  pellegrini e di essere un tutt'uno con questa marea umana; oggi traversando lo Stretto mi sono sentito rapire da emozioni che affondano le loro radici nei miti degli dei greci e latini e sulle imprese di uomini valorosi che con coraggio e abnegazione hanno sfidato nel tempo i gorghi di Scilla e Cariddi.

 


All'arrivo, Marcello è stanco ma felice. Una vera festa per tutti noi, un momento davvero speciale!

pagina a cura di Nino Fazio - nino@baiadigrotta.it

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