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JOST LANG,
traversata solitaria stile dorso Ammetto che l'inizale email di contatto ricevuta da Jost, pur accennando alla propria condizione fisica di disabilità, mi aveva molto incuriosito. Un atleta settantunenne che sembrava comunque molto determinato e che poneva domande per me "strane" sulla temperatura, sulla media dell'altezza delle onde nel periodo prescelto per la traversata, eccetera. La sua "svizzera" esigenza di precisione, alla quale avrei fatto volentieri corrispondere la mia (non svizzera, ma ugualmente accurata), si scontrava con l'assoluta imprevedibilità degli elementi sui quali si cercava di avere un controllo. A parte la mancanza di statistiche in tal senso, dare indicazioni sulla "media" dell'altezza d'onda in un tratto di mare nel quale questo dato cambia ogni poche centinaia di metri, non aveva senso. Al tempo stesso, mi rendevo conto delle sue perplessità, che erano serie al punto di non essere in grado di confermarmi la partenza fino ad un paio di giorni prima della traversata.
Questo lungo lavoro di preparazione ("mentale" più che organizzativa) mi incuriosiva ancora di più e al momento dell'arrivo di Jost in Sicilia già non consideravo più la sua traversata come "una delle tante". Insieme a Giovanni Arena, unico barcaiolo in grado di gestire imprese tanto impegnative, abbiamo organizzato una sorta di prova generale un paio di giorni prima della traversata, per conoscere Jost, per capire bene il suo modo di nuotare senza trovarci a dovere improvvisare nulla durante la sua impresa. Incontro Jost nel suo furgone, dove mi accoglie insieme ad un suo giovane aiutante, e mi rendo conto che il grado di disabilità che lo colpisce è decisamente serio. Non può usare le gambe ma anche gli arti superiori hanno gravi problemi, si muove autonomamente con una sedia a rotelle motorizzata ma il suo spirito è forte, fortissimo, e non ha bisogno di nessun motore. Risolti i primi problemi su come raggiungere la spiaggia e le barche, la prova generale dà esiti positivi.
Lo stile sul dorso che l'atleta svizzero adotta è decisamente originale ma è l'unico che la sua condizione gli consente, ed è sufficientemente redditizio per consentirgli di muoversi con buona velocità. Le difficoltà, piuttosto, sono legate all'assetto in acqua, che non gli consente di adeguarsi alle onde mutevoli, nè di controllare l'eventuale presenza di meduse - che, per fortuna, durante la prova non ci sono. Ma lascio che sia lo stesso Jost Lang a spiegare meglio il rapporto tra la sua disabilità e il suo nuoto:
"Lasciami spiegare un pò il mio handicap: non si tratta solo delle gambe e
delle mani. Sono colpiti tutti i muscoli che sono innervati dai nervi che escono
dalla colonna vertebrale da partire dagli spondili cerebrali 5 e 6 in sotto. Io
posso usare i muscoli del collo e delle spalle. Posso usare i bicipiti anche se
asimetricamente. Ma già il tricipite sinistro (per la distensione delle braccia)
ha solo la metà della forza, quello destro ancora meno. Per il movimento dei
polsi c'è la metà della forza normale. Tutti i muscoli sotto di questo non sono
innervati. Termine medicinale: Tetraplegia c 5/6 (Spinal cord injury). Non so se
te lo sei accorto ma io provo a lanciare la mia testa indietro per mettere tutto
il corpo esteso in un movimento di oscillazione meccanica (come una grande
pinna) per avere un effetto di supporto per le braccia. Non so neanche
sicuramente se quell'effetto risulti in realtà. Tutto questo è molto troppo
complicato per albo d'oro, youtube etc. E' solo per tua informazione."
La mattina della traversata ci si ritrova sulla spiaggia con lo staff al completo, i cronometristi Pizzi e Sarlo, il medico Marcello Aricò e naturalmente Giovanni Arena, pronti a partire e carichi di ottimismo per la prova ben riuscita un paio di giorni prima. Ma le difficoltà sono in agguato.... e hanno tentacoli lunghi e urticanti!
Le meduse, che con la loro assenza ci avevano illuso due giorni prima, si presentano in quantità esagerata, quasi consapevoli del fatto che l'atleta non avrebbe avuto possibilità di vederle e quindi di evitarle, nuotando sul dorso. Tutta la prima metà della traversata è stata durissima. Jost ha dimostrato un coraggio e una resistenza al dolore veramente impressionanti, non arrestando la propria azione neppure per un attimo. I guanti che vedete nelle foto hanno la funzione di aiutare la distensione delle dita delle mani, che altrimenti non riuscirebbero a far sufficientemente presa nell'acqua.
Fortunatamente a metà dello Stretto le meduse scompaiono. Il ritmo delle bracciate rimane costante e nè l'atleta nè gli accompagnatori dubitano per un attimo della riuscita dell'impresa. Una traversata veramente emozionante, una lezione di grinta, serietà e resistenza, e una delle più belle pagine scritte da un nuotatore nelle acque dello Stretto di Messina. La nostra scelta, lo sapete, è quella di non considerare le traversate di atleti disabili in una sezione a parte. E' una scelta criticabile, forse, ma è quella che sentiamo più rispondente alla nostra visione dello sport come una dimensione in cui tutti combattono con sè stessi, quasiasi siano le proprie possibilità e i propri obbiettivi, e sono in questo tutti uguali. Jost Lang, atleta disabile? Forse. Per me, Jost Lang, atleta.
a cura di i Nino Fazio - nino@baiadigrotta.it torna a la traversata storia - albo d'oro & immagini - organizzazione - regole - atleti Per comunicare dati o richiedere informazioni, scriveteci qui: nino@baiadigrotta.it o traversata@baiadigrotta.it |
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